Il cancro del cavo orale è una significativa minaccia per la salute pubblica, annoverando circa 270000 nuovi casi per anno e con una delle più basse percentuali di sopravvivenza (meno del 50% sopravvive a cinque anni).
Inoltre, negli ultimi anni,contrariamente, ai progressi nella diagnosi e nel trattamento di molte altre neoplasie, tali dati sono rimasti per il cancro orale relativamente costanti e sorprendentemente bassi. Questi dati sono apparentemente inspiegabili dal momento che la riduzione della morbilità e della mortalità per questo tumore può essere drasticamente ridotta con la diagnosi precoce.
Infatti il cancro orale, è di solito preceduto da visibili cambiamenti della mucosa orale (fig. A; fig. B) che possono essere diagnosticati e trattati efficacemente dai clinici in uno stadio precoce di carcinogenesi intraepiteliale.
Nonostante ciò la maggior parte dei tumori del cavo orale sono diagnosticati in stadio avanzato, quando il trattamento è complesso, costoso e con scarsi risultati.(fig.C, fig. D)
Paradossalmente la percentuale di carcinomi orali diagnosticati in fase precoce, è simile a quella del cancro del colon (36%).
La diagnosi tardiva è probabilmente dovuta, sia alla mancata conoscenza da parte della popolazione dei segni, dei sintomi e dei fattori di rischio per questo tumore e sia all’assenza di prevenzione e di diagnosi precoce da parte dei clinici.
È strano pensare, oggigiorno che una visita ginecologica o un Pap-test sono procedure considerate più accettabili di una visita al cavo orale per i clinici ed i pazienti.
La ricerca, attualmente, si focalizza sulla terapia del cancro in fase avanzata.
Il risultato è una spesa di cento milioni di dollari per trattare pazienti, due terzi dei quali moriranno in 3-5 anni.
La ricerca scientifica, insieme a costosi e difficili studi molecolari sono procedure gravate da alti costi, scarsi risultati che possono essere applicati solo ad una piccola percentuale di pazienti.
È ormai tempo di porsi nuovi obiettivi.
Un primo passo è stato compiuto dal WHO che, recentemente, sta dedicando una campagna per avvalorare la prevenzione nella lotta al cancro orale.
Tuttavia, fino a questo momento, non c’è stata alcuna prova o testimonianza che ha sostenuto la visita come metodo di screening per il cancro orale.
I dati di Sankaranarayanan e colleghi dovrebbero stimolare l’OMS a modificare, almeno in parte,la loro politica , trasferendo risorse dai campi convenzionali a nuovi metodi di interventi preventivi che presentano una maggiore efficacia ed un più basso costo.
Infatti è necessario evidenziare che lo screening per il cancro orale è una procedura semplice e non invasiva che richiede guanti, garze, un’adeguata fonte luminosa e cinque minuti nei quali si esamina la mucosa orale; a differenza della maggior parte dei tumori che vengono diagnosticati quando sono in fase avanzata e richiedono tecniche specifiche ,costose e di solito invasive.
Lo screening per il cancro orale è invece una procedura semplice, efficace, economica e salva la vita.